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Epilogo bonus: “Suddenly us” di Elena Russiello

Due anni dopo

Queen

Niente dovrebbe più sorprendermi.

È questo che mi ripeto quando, rientrando dall’ultimo turno alla bakery, trovo il nostro appartamento avvolto nel silenzio, le serrande abbassate, un forte odore di pulito e un insolito ordine.

Lui non c’è e questa sì che è una sorpresa visto che mi aveva dato appuntamento a casa.

Accendo la luce e subito noto qualcosa sopra il tavolo del soggiorno.

Non avrei mai immaginato che un semplice foglio bianco potesse rendermi così tanto nervosa da farmi tremare le gambe.

Ma non è solo questo.

Matt è stato strano negli ultimi giorni, sfuggente e di poche parole come durante il primo periodo in cui ci siamo conosciuti. Ho detto a me stessa di non preoccuparmi, che ero paranoica, ma non ci sono riuscita un granché bene.

Con il cappotto e la sciarpa ancora indosso mi avvicino e noto il mio nome scritto sopra il foglio piegato a metà; il cuore mi batte forte nel petto e mille pensieri mi affollano la mente mentre lo afferro e lo apro.

“Vediamoci al nostro posto. È importante.”

Il cellulare squilla proprio in questo momento.

Savannah: Allora, glielo hai detto?

Queen: Non so come farlo.

Savannah: Prova con le parole, di solito funziona.

Alzo gli occhi al cielo.

Queen: Divertente.

E ancora.

Queen: Ho paura.

Savannah: Più aspetti e più te ne pentirai. Andrà tutto bene, Q. Te lo prometto.

Raggiungo la camera da letto e rimango a fissare l’armadio per quelli che mi sembrano interminabili minuti alla ricerca di qualcosa di pulito da indossare. Per dire quello che devo ho bisogno di qualcosa che mi faccia sentire bene, ma soprattutto bella. 

Venti minuti dopo esco di casa e raggiungo la spiaggia. Sono ferma all’inizio della passerella in legno che porta al faro, nel cielo una luna splendente illumina il mare.

Sono stranamente nervosa quando apro la porta. Salgo le scale a chiocciola fino a raggiungere il primo piano e qui mi blocco, a bocca aperta.

La piccola stanza è decorata con tantissimi fili di luci colorate – le stesse che abbiamo messo insieme quel giorno alla bakery – un piccolo albero di Natale in un angolo, candele alla vaniglia accese e un tavolo apparecchiato con calici di cristallo e petali di rosa sparsi qua e là.

«Spero tu non sia andata al lavoro vestita così, altrimenti avremo un problema bello grosso».

Tolgo il cappotto e guardo l’abito che indosso. «La tua proverbiale gelosia esce fuori nei momenti meno opportuni, Miller».

Si stacca dal muro al quale era appoggiato e viene verso di me. È vestito in modo elegante, ha le braccia incrociate e la camminata è sexy e sicura come al solito. «La colpa è solo tua, Rossa». Mi sfiora i capelli. «Sei bellissima».

Arrossisco, ed è incredibile come i suoi complimenti mi facciano ancora lo stesso effetto della prima volta.

«Hai organizzato questo per me?» chiedo andandogli ancora più vicino.

«Ti ho sorpreso, vero? Ci ho messo giorni e giorni per organizzare tutto, volevo fosse perfetto» confessa.

Gli sfioro il petto con i polpastrelli. «Forse, in fondo in fondo, sei davvero un uomo romantico, Matt Miller».

«Ho due anni da farmi perdonare».

«No, non è vero».

Amo ogni secondo della nostra vita. Amo le sere sul divano, le cene cucinate insieme, le risate e il nostro punzecchiarci. Amo le sue piccole attenzioni, il suo sfiorarmi la mano quando siamo con i nostri amici o il fatto che a volte mi conosca meglio di come faccio io. Ma la cosa che continua a farmi innamorare di lui, ogni giorno, ogni secondo, è il modo in cui si prende cura delle persone che ama. Me, sua nonna, sua sorella. È perfetto.

Mi circonda il fianco con un braccio e mi tira contro il suo petto. «Sai cos’ho pensato la prima volta che ti ho vista?»

«Wow, questa donna è meravigliosa» rispondo imitando la sua voce.

La sua risata roca mi avvolge. «Meravigliosamente fastidiosa e saccente» mi corregge.

Scoppio a ridere. «Stai attento a quello che dici, Mister Stronzo».

Mi porta al centro della stanza, a pochi passi dal tavolo. Mi guarda serio facendomi annegare nel blu dei suoi occhi. «Questa ragazza merita tutto ciò che un uomo può darle e molto di più».

Dio, quest’uomo.

Rimango a corto di parole, con il cuore che batte a mille nel petto, potrei scoppiare a piangere da un momento all’altro.

Trattengo il fiato dimenticando come si fa a respirare quando lo vedo inginocchiarsi ai miei piedi.

«Io ti amo, Queen Simmons. Sei la luce che mi illumina, la donna che cammina al mio fianco senza abbandonarmi mai. Senza che me ne rendessi conto, senza che potessi impedirtelo, hai cambiato la mia vita e hai cambiato me. Prima di te ero solo un uomo, ora sono un uomo completo, felice; e ho intenzione di esserlo per sempre». Tira fuori una piccola scatola rossa e la apre, mostrando l’anello più bello e semplice che io abbia mai visto. «Ti amo per il modo in cui ami mia sorella e mia nonna, ti amo perché non hai paura di rischiare o di soffrire. Amo il modo in cui mi ami. La tua fossetta quando sorridi e la tua bocca imbronciata quando ti arrabbi con me. Amo i tuoi dolci e il fatto che quando sei a casa li prepari indossando solo la mia camicia. Amo te, per tutto quello che sei». Fa una pausa. «Diventa mia moglie».

Mi asciugo una lacrima sulla guancia, sorridendo. «Non me lo stai chiedendo».

«Fai di me un uomo onesto, Rossa, e sposami».

Ridacchio e singhiozzo allo stesso tempo. «Devo dirti una cosa».

«Una parola. Due lettere» annuisce.

«Non così in fretta».

Si alza senza smettere di guardarmi e bacia velocemente le mie labbra. «Ti piace tenermi sulle spine, Queen. E va bene, dimmi quello che devi ma poi pronuncia quel  e rendi felici entrambi».

«Hai davvero bisogno di sentirmelo dire, vero?»

Sbuffa. «Tanto quanto ho bisogno di entrare dentro di te dopo che lo avrai fatto».

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, persi l’una negli occhi dell’altro. Mi ritorna in mente la nostra storia, i litigi e le incomprensioni. Le fughe e i ritorni. E d’un tratto mi sembra il momento giusto, non ho più paura. «Sono incinta».

Sbianca di colpo, gli occhi di Matt si spalancano, le braccia gli ricadono lungo i fianchi. 

Mi sono ripromessa di non dare di matto qualunque fosse stata la sua reazione, ma a vederlo così è un po’ difficile. Ho quasi voglia di sventolargli una mano davanti al viso, tuttavia dubito che possa trovarlo divertente in questo momento.

La piccola stanza in cui siamo sembra rimpicciolirsi ancora di più. Ho stranamente caldo e mi guardo intorno prima di continuare. «Nelle ultime settimane mi sentivo strana, ho avuto la nausea ed ero sempre stanca». Mi metto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Sono andata dal medico e boom… aspetto un bambino» minimizzo senza sapere bene cosa dire, sentendomi una completa idiota.

Matt sbatte le palpebre un paio di volte. «Boom… aspetti un bambino» ripete uscendo dall’annebbiamento. «Aspettiamo un bambino, ho capito bene?»

Annuisco.

«E non me l’hai detto subito». Ora è arrabbiato.

Alzo le spalle sfuggendo al suo sguardo. «Non volevo farti preoccupare».

Mi gira il viso, portandosi a un soffio dalla mia bocca. «Non farlo mai più, Queen. Dico sul serio. Non tenermi nascosto più niente, io sono qui per te, per ascoltarti, per aiutarti, per tenerti». Appoggia la fronte alla mia, l’angolo sinistro della bocca si piega all’insù. «Sei proprio la donna della mia vita, Rossa. Pensavo di farti una sorpresa e invece l’hai fatta tu a me».

«Mi dispiace aver rovinato il tuo momento».

Scuote la testa. «Il mio ego sopravvivrà sapendo che hai reso questo giorno ancora più bello».

«Non…»

«No, non credo che sia troppo presto» dice leggendomi nella mente. «Andrà tutto bene, lo faremo andare bene».

«Ti amo, Matt Miller».

Mi bacia con forza e con amore facendomi tremare, mordendomi il labbro inferiore prima di staccarsi. «Saresti una sciocca a non farlo».

«Che Dio mi aiuti se sarà un maschio e ti somiglierà».

Ridiamo insieme ed è il suono più bello del mondo. «Se sarà una femmina farà impazzire tutti i ragazzi che le capiteranno davanti, proprio come sua madre».

Lo guardo negli occhi, le mani a circondargli il volto, con la promessa che sarà così per sempre. 

«È arrivato il momento di mettermi quell’anello al dito, Miller».

Fa come gli dico e dopo mi prende tra le braccia, sollevandomi da terra.

Le sue labbra riprendono a baciarmi e Matt mi trascina sul pavimento, sovrastandomi con il suo corpo. Le sue mani percorrono le mie curve senza fretta, inarco la schiena con le dita tra i suoi capelli.

Alza la testa e in quest’uomo straordinario, mio, riesco a vedere tutto l’amore che proviamo, tutti i nostri sogni, il nostro futuro. Rispondo al suo sorriso con le lacrime agli occhi, felice come non mai.

Sì, la vita può essere meravigliosa, e la mia, la nostra, lo è.

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